La Valle d’Aosta: la montagna racchiusa nel calice

La Valle d’Aosta è un’emozione. Ogni calice ci racconta un territorio sorprendente, con vini d’alta quota e una tradizione vitivinicola antica che risale ai tempi dellepoca romana.

La viticoltura eroica 

Qui si parla di viticoltura eroica proprio per sottolineare la fatica di una passione che si arrampica sulle rocce della montagne dove i vitigni affondano le loro radici. La coltivazione è infatti suddivisa in terrazzamenti, la cosiddetta “pergola valdostana”, e l’uva si raccoglie utilizzando le funivie e con tutta una serie di espedienti per rendere possibile la produzione tra pendenze vertiginose.

I vitigni della Valle d’Aosta

Questa regione ci regala vitigni a bacca bianca, come il Petite Arvine e il Prié Blanc, dotati di una bella acidità e freschezza, proprio perché vengono coltivati fino a 1.200 metri sul livello del mare.

Queste zone però sono famose soprattutto per i loro vitigni a bacca rossa, tra cui il Petit Rouge, il Picotendro (Nebbiolo), il Nus e il Fumin che danno vita ad uvaggi che abbiamo potuto degustare anche durante le nostre serate VineMente come il Torrette Supérieur dell’azienda Ottin.

Le peculiarità dei vini d’alta quota

Il microclima freddo e montano conferisce una particolare acidità ai vini, lunghezza di beva e freschezza al sorso, regalandoci un piacere tutto da degustare. Le note balsamiche di menta, salvia e rosmarino ci fanno percepire la montagna sorso dopo sorso, creando vini piacevoli, mai pesanti o strutturati. 

Altra peculiarità di questo territorio sono i suoi passiti, come il Chambav Muscat, sempre molto freschi di beva e che ricordano le spezie, il dattero disidratato, il fico passito, nocciole e mandorle croccanti.

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Durante ogni incontro scopriremo assieme un territorio degustandone i vini e assaggiando gustose proposte della cucina della Trattoria Al Moraro in abbinamento.

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