Tradizione Veneta: la storia della sopressa veneta e del pan biscotto

Benvenuti in un nuovo viaggio enogastronomico che ci porterà a scoprire le ricchezze e i segreti della tradizione culinaria veneta.

Ho iniziato a dedicare del tempo, sia in questo blog sia all’interno dei miei contenuti sui social, a un filone per me speciale: l’esplorazione delle radici, delle storie e dei sapori che definiscono la cucina della mia regione.

Per inaugurare questa serie, oggi ci immergiamo nel mondo di due pilastri della gastronomia veneta: la sopressa e il pan biscotto. Questi non sono semplici alimenti, ma veri e propri simboli di una cultura ricca e profondamente radicata, portatori di ricordi e storie che attraversano secoli.

La protagonista: la sopressa veneta

Ricordo ancora, da bambina, quando scendevo in cantina per prendere una sopressa fatta in casa. Un rituale che per me profuma di infanzia: il gusto deciso e l’aroma inconfondibile di quella sopressa sono ricordi che mi accompagnano tutt’oggi.

Proprio per questo, nella mia trattoria scelgo la migliore sopressa, caratterizzata da una muffa nobile e fatta con le parti più magre del maiale. La sua storia è profonda: appare nei dipinti di Jacopo Da Ponte nel 1577, dimostrando le sue radici profonde nella cultura veneta. Nel 1862 viene menzionata in documenti importanti e nel 2003 ottiene il riconoscimento DOP, testimoniando la sua qualità e importanza.

L’accompagnamento perfetto: il pan biscotto

Ad accompagnarla non può mancare il pan biscotto: friabile e croccante, è un altro pilastro della nostra cucina. Usato dai marinai per le sue proprietà nutritive e la sua lunga conservazione, questo pane ha una storia affascinante. Mia nonna lo inzuppava nel latte o nel vino, un altro aneddoto che conservo con affetto.

Il pan biscotto non è solo un cibo, ma un simbolo di resilienza e tradizione. Nel 1570, ne venne trovato a Cipro, allora colonia veneziana, perfettamente conservato, dimostrando la sua capacità di attraversare mari e tempo.

L’abbinamento ideale: il Valpolicella

Quando penso all’abbinamento ideale con questi due cibi, non ho dubbi: un buon Valpolicella è un classico che non tramonta.

In particolare, oggi vi consiglio il Valpolicella Ripasso Classico Superiore della cantina Giovanni Dindo. Un vino rosso corposo, al naso complesso con note che ricordano il caramello, i fiori bianchi e la ciliegia. Al palato risulta pieno e avvolgente, con tannini vellutati e una lunga persistenza retrolfattiva.

Grazie per avermi accompagnato in questa prima tappa del nostro viaggio culinario. Non vedo l’ora di condividere con voi il prossimo capitolo della nostra esplorazione della tradizione veneta.

Buona degustazione!